lunedì 9 gennaio 2012

L'AREA COSTIERA DI DORGALI - GOLFO DI OROSEI


Il paesaggio naturale dell’area costiera di Dorgali – Golfo di Orosei è dominato da litologie calcareo-dolomitiche risalenti al Cretaceo sup. 99 - 65 Ma circa. Queste rocce sono di origine sedimentaria, deposte sul litorale di una antico oceano chiamato Tetide, scomparso proprio per far sì che queste imponenti bancate emergessero dai fondi marini e andassero a creare nuove terre emerse, non solo di Ogliastra ma anche della Nurra, dell’Appennino, nelle Dolomiti (da cui il nome) e tante altre nella grande cicatrice alpino-himalayana … ma nella costa dorgalese sembra che abbiano in qualche modo voluto ritornare al mare.


La bellezza dei luoghi calcarei è segnata da un particolare processo naturale chiamato carsismo, che si sviluppa in seguito alla dissoluzione chimica delle rocce calcaree in acqua.


Le rocce calcaree in realtà sarebbero sostanzialmente insolubili all’acqua, le acque meteoriche però, oltre a contenere una certa quantità di anidride carbonica atmosferica disciolta al loro interno, scorrendo sulla superficie ed attraversando lo strato superficiale del suolo si arricchiscono ulteriormente di CO2 formando acido carbonico. L’acido reagisce, perché la roccia è chimicamente basica, ma è debole e la reazione pertanto è lentissima e i tempi di formazione del carsismo sono geologici. L'evoluzione del carsismo procede in profondità creando cavità ipogee, arrestandosi solo al contatto con rocce non sottoposte, per contenuto mineralogico, al fenomeno di dissoluzione.


Le rocce in quanto sedimentarie contengono anche parti terrigene (es. silice, ossidi metallici e argilla) e costituiscono depositi residuali, associati alle forme carsiche, molto visibili con il loro colore mattone acceso nei pianori, nei versanti, in qualche piccola frana o nelle grotte.


Dissolvendosi, le rocce formano un paesaggio tipico e per certi versi ripetitivo, con forme caratteristiche assolutamente singolari che si evolvono sia nell'ambiente esterno sia nel sottosuolo. Il paesaggio carsico è praticamente privo di rete idrografica superficiale, perché le rocce fratturate e cariate dall’azione carsica sono fortemente permeabili. Pertanto si può distinguere un carsismo superficiale e un carsismo ipogeo.


  • Forme del carsismo superficiale (epigeo)


Le forme superficiali, vengono suddivise, in base alle dimensioni, in microforme e macroforme. Tra le prime, si annoverano le scannellature, i "campi solcati" o "campi carreggiati", le docce (dei solchi più ampi), le vaschette di corrosione, i fori di dissoluzione e gli alveoli.


Tra le macroforme più importanti si ricordano doline, polje, inghiottitoi e valli carsiche.


  • Forme del carsismo sotterraneo (ipogeo)


Le grotte sono senza dubbio le forme più conosciute. Anche le forme carsiche sotterranee sono molto articolate: condotti verticali e orizzontali e altre forme di collegamento tra cavità ipogee.


Oltre che forme erosive sono abbondanti le forme deposizionali, o meglio di precipitazione chimica. Lo stillicidio dell'acqua che penetra dalla superficie crea, con il passare dei secoli e millenni, fantastiche strutture calcaree.


Le forme più caratteristiche sono le stalattiti, le stalagmiti, le colonne date dalla loro unione, le colate, le cortine e le varie concrezioni che ornano le pareti delle grotte sotterranee.


La morfologia carsica costituisce un insieme di forme, paesaggi di sicuro effetto sulla suggestione e di grande attrattiva turistica. Non può essere considerato un caso che la località turistica storicamente più antica delle Alpi siano le Dolomiti, prime inoltre per numero di arrivi. Similmente l’area montana sarda di maggiore interesse, anche come presenze turistiche, è il Supramonte.


Nell’area marina del Supramonte, nella fascia costiera di Dorgali e del Golfo di Orosei la morfologia carsica si fonde con le dinamiche litorali e gli effetti sul paesaggio e le suggestioni si amplificano. L’azione incessante del mare la sua azione dinamica e demolitrice si somma alle morfologie carsiche. Sono un esempio le grotte che intercettate dal mare assumono forme particolari e insolite che ricordano cupole arabesche, queste infatti sono più ampie in corrispondenza dell’erosione marina del solco di battente.



Per i più appassionati di azzardati paragoni…









Le prime due foto non dico di dove sono, la terza è un arabesco dell’Alhambra, la quarta e la quinta le cupole del Kremlino. Chi ha copiato?


Il livello del mare dell’ultimo periodo caldo, quando il mare era più alto, è segnato da un lungo solco di battente che segna tutte le falesie della costa, e all’occhio meno distratto raccontano la storia geologica più recente.


Le curiosità delle forme marine sono tante ad esempio le rocce bucherellate della foto a fianco, sono un fenomeno dovuto ai litodomi, lamellibranchi bivalvi i quali secernendo dell’acido cloridrico forano la roccia per costruirsi un comodo alloggio, fenomeno possibile esclusivamente nelle rocce calcaree. Questi organismi vivono qualche metro sotto il livello del mare e pertanto anche loro raccontano la storia geologica e climatica dell’isola. Più noti con il nome di datteri di mare arricchiscono i gourmet dei più golosi, purtroppo però la loro estrazione determinava spesso la distruzione dell’intera colonia, in quanto per massimizzare la raccolta venivano demolite intere porzioni di roccia. Ora la pratica è proibita.



a cura di Giorgio Schintu, geologo

Campi solcati, vaschette di corrosione

Campi carreggiati

una dolina - Su Suercone

inghiottitoio - Su Sterru al Golgo

Stallatiti e stalagmiti nella grotta Su Bentu

Grotte sulla costa con evidente solco di battente posto a diverse quote

Solco di battente attuale

Fori di litodomi



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