domenica 19 aprile 2009

NATURA E TERRITORIO: MACOMER

Macomer (l’antica Macopsissa di Tolomeo) (Macumère in sardo), capoluogo del Marghine in provincia di Nuoro, sorge a 552 metri d’altitudine, è un importante centro dell’interno dell’isola di circa 11.100 abitanti.
La città situata in posizione panoramica sul margine meridionale dell’altopiano di Campeda, un vasto tavolato basaltico con un’altitudine media di 650 metri e un clima piuttosto freddo, ha sempre avuto notevole importanza per la sua posizione geografica particolarmente favorevole, al confine con la provincia di Sassari, la provincia di Nuoro e la provincia di Oristano, punto nodale della viabilità stradale e ferroviaria tra il nord, il sud, l’est e l’ovest della Sardegna.
Questa sua peculiarità sin dai tempi passati ha favorito lo sviluppo della cittadina.

Al commercio, ai servizi, all’artigianato, all’allevamento, che costituiscono le attività economiche principali, si affiancano le produzioni casearie e l’industria tessile, anche se oggi sta affrontando un periodo di crisi tra moltissime difficoltà.
Macomer è dotata di varie infrastrutture ricettive, sportive, sanitarie, culturali, sede di diversi istituti di scuola media inferiore e superiore, e anche sede di una caserma militare, dove opera il 5° Reggimento Guastatori della Briga
ta Sassari.



Interessanti le feste religiose, tra cui sono da ricordare la festa di San Pantaleo patrono della città (27 luglio da visitare l’antica chiesa parrocchiale del XVI secolo), e la festa di Sant’Antonio, caratteristica per la grande Sagra che si svolge il 12 e 13 giugno in suo onore nell’omonima montagna, con la processione che giunge dalla città e che richiama migliaia di fedeli e turisti da tutta la Sardegna.




Sono gradevoli anche alcuni angoli del centro storico cittadino, costruito sul margine basaltico che sovrasta la caratteristica vallata del Rio S’Adde, dove tra l’altro fu ritrovata nel 1949 nella grotta Marras, piccola grotta-riparo che prende il nome dal suo scopritore, detta anche Sa Perca e Duas Janas, una statuetta raffigurante una Dea Madre, detta “Veneretta” di Macomer, custodita nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari risalente forse al neolitico antico o secondo alcune teorie a un periodo storico ancora più arcaico compreso addirittura tra il mesolitico e il paleolitico superiore, che testimonia come la zona fu sede di frequentazione dell’uomo fin dalla più remota antichità.

Il territorio di Macomer, presenta rilevante interesse panoramico-paesaggistico ma soprattutto archeologico, infatti, è una delle zone con la più alta concentrazione di testimonianze nuragiche, con vari siti tra i più importanti della Sardegna, situati in varie località vicino al centro abitato.
Si ricorda la Necropoli di Filigosa a nord nord ovest della città posta su una collina alla cui sommità svetta il Nuragh
e Ruggiu (614 m s.l.m.) che documenta una fase storica culturale ascrivibile all’epoca eneolitica.

Altre fasi storiche sono documentabili con le Domus de Janas in località “Tamara”, “Funtana Giaga”, “Meriaga” e con la muraglia megalitica di “Pedra Odetta”.
Particolarmente significativo è il numero dei nuraghi, si segnalano sia per l’imponenza sia per la posizione di controllo sul territorio: il Nuraghe Santa Barbara, sorge a 639 m s.l.m. a nord dell’abitato sulle pendici del Monte Manai in località Padru Pizzinnu (accesso dalla piazzola sotto il nuraghe sulla S.S. 131 direzione Sassari), il Nuraghe Succoronis (663 m s.l.m.) sorge a n
ord della S.S. 129 bis Macomer – Bosa, all’altezza del km 2 circa, in un’area contraddistinta da un gran numero di torri nuragiche.

Località di grande suggestione a ovest nord ovest della città è “Tamuli”, con l’omonimo nuraghe, il villaggio nuragico, tre tombe dei giganti, sei betili e una fonte nuragica, situati al centro del grande spazio silente della campagna circostante.










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