Situata sul declivio del monte Sant’Antonio, a 719 metri sul livello del mare, ad Ovest Sud Ovest di Macomer da cui dista 4,2 km, Tamuli è un’area archeologica risalente alla civiltà nuragica (Bronzo medio e recente, 1600-900 a.c.) tra le più suggestive dell’isola. L’area comprende un nuraghe a struttura complessa costruito su roccia basaltica, un villaggio costruito intorno al nuraghe costituito da capanne a pianta circolare e rettangolare edificate a secco, tre tombe dei giganti del tipo con “fronte a filari” che compongono l’area funeraria a breve distanza dal nuraghe, sei betili allineati lungo il lato sinistro di una tomba dei giganti. I betili, (pietre antropomorfe figurate) conosciuti localmente col nome di “Sas Perdas Marmuradas” sono dei monoliti in basalto molto ben lavorati, hanno forma conica e sono piantati nel terreno: tre sono betili femminili mammellati, alti poco più di un metro e cinquanta raffigurano presumibilmente divinità protettrici materne, gli altri più bassi e più grossi sono i tre betili maschili e raffigurano divinità protettrici maschili. L’area di Tamuli è stata, dal 2002, oggetto di un intervento di recupero che ha previsto la demolizione del rudere di una stalla che si trovava all’interno dell’area archeologica e successivamente la costruzione di un muro perimetrale di recinzione. Inoltre l’area è stata interessata da una campagna di scavi archeologici sulle tombe dei giganti.
L’area archeologica di Tamuli si può raggiungere da una stradina di campagna che ha origine nella periferia Nord Ovest di Macomer in Via Emilio Lussu, tra il centro ippico e l’area dell’ex fiera zootecnica. Per chi proviene dalla S.S. 131 (lato Sassari) o dalla S.S. 129 bis all’ingresso Nord di Macomer si prosegue diritti al semaforo che precede il sottopasso ferroviario e subito dopo sì svolta al bivio sulla destra segnalato da un cartello con indicazioni per “Località Tamuli Area Archeologica km 4,2” (km 0). Questo percorso ha oggi come in passato, funzioni di collegamento verso i pascoli situati nella zona ed è noto agli anziani come “S’ Uturu ‘e Tamara” e/o “ Su Caminu ‘e Tamara ‘e Tamuli “ dal nome della regione, fonte e area omonima che attraversa, si sviluppa nel versante occidentale della cittadina del Marghine superando una ripida salita fino quasi alla sommità del Monte Pitzolu (798 m s.l.m.) (km 2,4). Da qui il percorso procede in modo quasi pianeggiante con una bella vista panoramica a Sud verso l’altopiano di Abbasanta e tutto l’alto Oristanese. Si transita nei pressi del nuraghe Badde Figu (km 2,9) posto sul lato sinistro della rotabile che guarda verso la sottostante vallata di “Sa Pala De Sa Crabarza” e proseguendo oltre, dopo aver superato una piccola valle, poco prima della fine del rettilineo un cartello turistico segnala sulla destra il sito archeologico di Tamuli (km 4,2). Per il ritorno si può seguire la strada a ritroso, oppure dal parcheggio di Tamuli si può prendere a destra la via che in 2 km conduce fino ad una biforcazione: a destra la strada conduce al monte Sant’Antonio, a sinistra in poche centinaia di metri si arriva al bivio sulla strada provinciale n° 43 per Macomer, San Leonardo-Santulussurgiu.