giovedì 20 agosto 2009

ISOLA DI TAVOLARA

Situata lungo la costa orientale della Sardegna, ad Est del golfo di Olbia, l’isola di Tavolara è un imponente blocco roccioso di forma pressoché rettangolare allungato da Nord Est a Sud Ovest, lungo 6,3 km circa, largo 1,3 km circa e alto 565 metri, con due basse appendici alle estremità, denominate Spalmatore di Terra la parte verso Porto San Paolo, unico porto accessibile dell’isola, e Spalmatore di Fuori (o Punta Timone) posizionata all’estremità opposta. Tavolara è costituita da un basamento granitico che sostiene una struttura calcareo-dolomitica, che si eleva fino a raggiungere la quota massima di 565 metri sul livello del mare. L’isola è sede di servitù militare per oltre due terzi a favore della Marina Militare Italiana, perciò anche la sua esplorazione è molto circoscritta. Numerose sono le specie di uccelli marini, come il gabbiano reale, il gabbiano corso, il falco pellegrino, il marangone dal ciuffo, presenti tra le sue imponenti pareti, grotte e anfratti. Sull’isola erano presenti anche il gatto selvatico, l’asinello e la capra selvatica quest’ultima estinta da pochi anni. Anche il mare intorno a Tavolara era molto ricco di fauna stanziale: la foca monaca viveva in branchi consistenti tra le numerose grotte dell’isola prima che la pressione dell’uomo con le sue attività la disturbasse fino a farla scomparire. La flora è molto interessante per la presenza di numerose varietà endemiche legate al particolare microclima di questo sito, come anche la vegetazione conserva aspetti caratteristici riscontrabili in diverse conformazioni a macchia con lentisco, cisto, elicriso, corbezzoli, ginepri, olivastri e lecci. L’Isola di Tavolara è stata abitata sin da tempi remoti, difatti, sono state ritrovate tracce di antichi insediamenti umani, dal neolitico al periodo romano. Singolare è la storia legata al corso Giuseppe Bertoleoni, che nel 1807 approdò nell’isola, costruì una casa nello Spalmatore di Terra e vi abitò con la sua famiglia, dedicandosi alla caccia, alla pesca e alle colture agricole. Si racconta che, nel 1836, il Re Carlo Alberto, recatosi sull’isola per fare una battuta di caccia, gli riconobbe il diritto di proprietà dell’isola nominandolo Re di Tavolara. Che Bertoleoni fosse considerato o si considerasse “Re di Tavolara” è stato oggetto di diverse ricerche tese a dimostrarne la veridicità. Una di queste sostiene che a Bukingham Palace a Londra, nel salone dove sono riuniti i ritratti di tutti i regnanti della Terra, esiste una fotografia della famiglia dei discendenti di Giuseppe Bertoleoni, con la scritta “Il più piccolo regno del Mondo” scattata per incarico della Regina Vittoria d’Inghilterra sul ponte di una nave mandata a Tavolara. Tuttora alcuni suoi discendenti abitano nell’isola e gestiscono un bel ristorante sulla spiaggia di Spalmatore di Terra.

Luogo del Trekking: Sardegna, Isola di Tavolara, Provincia Olbia - Tempio
Località di partenza: Spalmatore di Terra
Locali
tà di arrivo: Punta Cannone (565 m)
Sviluppo: 1,5 km circa
Difficoltà: E (Escursionismo) * EEA (gli ultimi 70 metri)
Disl
ivello: 565 m in salita - 565 m in discesa
Tempo di percorrenza: 4 ore circa a/r
Cartografia: IGM 1: 25000

Foglio 445 sezione IV Isola Tavolara
Foglio 445 sezione III Isola Molara



COME SI RAGGIUNGE:

Da Olbia si percorre la SS 125 “Orientale Sarda” per circa 13 km sino al bivio per Porto San Paolo. Sì svolta a sinistra e si raggiunge il porticciolo dove partono i traghetti per l’isola di Tavolara.







DESCRIZIONE DELL’ITINERARIO:

Una volta sbarcati sull’isola, per salire sulla cima di Punta Cannone, è necessario chiedere preventivamente l’autorizzazione all’attraversamento di una proprietà privata da cui diparte la strada che attraversa l’isola. Superato il cancello della proprietà, si percorre la strada cementata per alcune centinaia di metri e dopo un’ampia curva a sinistra, s’individua una sbiadita freccia segnaletica sul ciglio destro della strada all’altezza della quale la si abbandona e si inizia a seguire un sentiero che si inerpica sul lato SE dell’isola. Si cammina attraversando un boschetto formato da corbezzoli, olivastri, lecci e da macchia mediterranea intercettando una vecchia mulattiera che s’inerpica lungo un camino che con due ripidi tornanti cambia la direzione del sentiero verso NE. Ora il bosco è più fitto ed è composto oltrechè da lecci e olivastri anche da molti esemplari di ginepro e di carrubo. Lo si percorre per un breve tratto quasi pianeggiante, prima di contornare le verticali pareti di Punta di Lucca. Si continua a camminare sino a raggiungere un pianoro erboso, a quota 500 metri s.l.m. circa, chiuso tra le alte e precipiti pareti. Dal pianoro erboso alla vetta il cammino è breve ma esposto, è opportuno proteggersi portando con se attrezzatura adatta per superare la fenditura, detta Bocca del Cannone, dove si sale assicurandosi con corde ed imbrachi dapprima su un canale, dove bisogna arrampicare e scavalcare alcuni massi, poi si attraversa una piccola cengia aggirando un ampio spigolo, quindi si risale lungo la fenditura che porta alla cresta. La cresta offre un panorama grandioso verso la costa che discende da Olbia sino a S. Lucia di Siniscola e Capo Comino, il promontorio e le rientranze della costa di Capo Ceraso, l’insenatura di Porto Istana, Porto Taverna, Capo Coda Cavallo, Punta Aldia ect, e le diverse isolette che punteggiano questo tratto di mare: isola Piana, isola dei Cavalli, isola dei Porri, isola dei Topi, Isola di Molara oltre alle pareti che si tuffano nel mare cristallino dove risalta la bellissima spiaggia di Spalmatore di Terra. Le caratteristiche dell’ultima parte del percorso, unite alla conquista di Punta Cannone sono abbastanza impegnative, ma la fatica è ampiamente ripagata dal bellissimo ambiente naturale e dai maestosi panorami aerei difficilmente godibili su altri percorsi. La discesa avviene seguendo a ritroso lo stesso percorso della salita.



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